discorso di chiusura Presidente 2014-15 R.C.Bisceglie Giovanni CASSANELLI

pubblicata il 30/06/2015

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discorso di chiusura Presidente 2014-15 R.C.Bisceglie Giovanni CASSANELLI

Passaggio del MARTELLETTO – Discorso del Presidente uscente Giovanni CASSANELLI

Cari Amici,

ci eravamo lasciati lo scorso anno, al momento del mio insediamento alla carica di Presidente di questo club, con una specifica domanda: ha ancora un senso il Rotary oggi, a 110 anni dalla sua fondazione, in un contesto geografico, economico e culturale radicalmente diverso rispetto a quello in cui vivevano Paul Harris e gli altri amici che con lui diedero vita a questo sodalizio? La risposta ce la demmo già in quell'occasione: sì, il Rotary ha senso, come hanno senso tutte le altre realtà che mirano a mettere un tassello, di qualunque dimensione esso sia, nella costruzione di un mondo che possa, anche per pochi tratti, definirsi migliore. Non spetta a me stabilire se in questo anno, insieme, siamo riusciti a mettere questo tassello. Posso, tuttavia, affermare con determinazione che il nostro club ce l'ha messa tutta per raggiungere questo risultato, con una passione, una determinazione ed un senso di affiatamento che in alcuni momenti, posso ora qui confessarlo, hanno sorpreso perfino me stesso. La parola chiave che ha guidato ogni azione da noi svolta è stata “amicizia”: la nostra è stata, e questo posso sì affermarlo con orgoglio, una vera e propria “epopea dell'amicizia”, della solidarietà, permettetemi, dell'affetto, al punto tale che mai, in questi dodici mesi, il Presidente si è sentito solo.

Sarà difficile, se non impossibile, dimenticare la profonda emozione vissuta da tutti noi quando abbiamo consegnato il service ai nostri amici della casa-famiglia Pegaso, gli sguardi e l'emozione di tutti i ragazzi che sono già o saranno ospiti di quella struttura decisamente all'avanguardia nell'ambito del nostro oltraggiato Meridione, e l'entusiasmo, nonché la commozione, di tutti coloro che in quel progetto hanno creduto con una determinazione tale da fare invidia ai più grandi caparbi. L'unanimità e la compattezza che il nostro club ha manifestato dall'elaborazione del progetto, oltre un anno fa, alla consegna del 14 maggio scorso, e la volontà di essere presenti in quella casa pur con il nostro contributo piccolo, se confrontato con la mastodonticità di quanto realizzato dalla Pegaso, è uno degli aspetti che più mi riempie di orgoglio. Ma la solidarietà acquista valore quando, per realizzarla, si stringono alleanze: bella e proficua quella con le nostre amiche della Fidapa; insieme a loro abbiamo realizzato la Festa degli Auguri in prossimità delle scorse festività natalizie, in occasione della quale, letteralmente giocando, abbiamo raccolto oltre 1300 euro che abbiamo insieme voluto destinare ad altri due service: uno locale, relativo alla fornitura di sedie per i nuovi spazi della parrocchia Madonna di Passavia, l'altro, nell'ottica dell'internazionalità del Rotary, destinato a sostenere l'acquisto di protesi per un ragazzo moldavo, Stephan Rosca, che dopo aver perso gli arti inferiori nel tentativo di salvare una cicogna impigliatasi nei rami di un albero, non ha perso l'entusiasmo e ha continuato a praticare sport a livello agonistico, come egli stesso ebbe modo di raccontarci quando, via skype, avemmo il piacere di incontrarlo, allora virtualmente, ma in futuro, come ci promise, fisicamente. E' stata una collaborazione, quella con la Fidapa, che si è concretizzata anche altre volte, con un esito di particolare interesse quando, presente il prof. Tommaso Berardi, Governatore Emerito del Distretto e nostro socio onorario, per la prima volta si è affacciato al nostro club il dott. Nico Sasso, il quale, con una chiarezza e, soprattutto, un'umanità non comuni, ha affrontato il delicato tema del dialogo fra medico e paziente in oncologia, dando avvio in quel momento ad un rapporto, quello con il nostro Rotary, di ben più lunga durata rispetto a quella di una sera. Un tema, quello della salute, che sta molto a cuore al Rotary e che, attraverso la collaborazione delle professionalità presenti nel nostro club, è stato al centro di due serate organizzate in interclub con l'Adisco e con il nostro Rotaract: “Il potere curativo dei cibi”, relatori il nostro Stefano Coratella e la dott.ssa Antonella Dell'Olio, e “L'alimentazione del futuro”, con gli interventi del Prof. Antonio Moschetta, Associato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, del nostro Maurizio Simone e dell'amico Piero Preziosa, socio del club di Molfetta. Entrambi questi eventi sono stati realizzati nella stupenda cornice del Frantoio Galantino, e questo non può che portarci a ricordare con affetto il nostro amico Michele Galantino, del quale proprio in questa sala abbiamo voluto ripercorrere il cammino di vita e imprenditoriale lo scorso 23 aprile.

La citazione del Rotaract non può che aprire un altro importante capitolo della vita del nostro club: quello relativo all'attenzione ai giovani. E' tradizione per noi festeggiare i ragazzi che hanno conseguito il diploma al termine del percorso di scuola media superiore, e premiare gli allievi più meritevoli in serate che non siano meramente celebrative, ma che rendano i ragazzi protagonisti: presente il Governatore Eletto Luca Gallo, che ci ha sapientemente illuminato circa le differenze esistenti tra i sistemi formativi dei vari Paesi dell'UE ed extra UE, abbiamo avuto modo non solo di ascoltare i ragazzi segnalati dalle scuole della città come i migliori diplomati dell'anno, ma anche di raccogliere le testimonianze di 3 allievi i quali hanno deciso di frequentare il quarto anno di Liceo all'estero, due negli Stati Uniti e uno in Cina, ragazzi che, con la loro energia e la loro apertura mentale, posso ben dire che hanno insegnato moltissimo anche a noi. Intensa è stata la collaborazione con il Rotaract e con il suo Presidente, Fabrizio Di Terlizzi, con il quale lo scambio di idee e di progetti è stato intenso durante tutto il corso dell'anno: basti in questa sede ricordare solo la serata dedicata ai Rotaractiani nel mondo, nel corso della quale, in un'atmosfera gioiosa e con l'ausilio di collegamenti skype, abbiamo ascoltato le testimonianze di diversi soci Rotaract relative a loro esperienze all'estero, passate o in corso di realizzazione; e pensiamo anche al Festival della Gioventù, attraverso il quale si valorizzano i giovani “straordinari nell'ordinario”, giunto ormai alla sua settima edizione, o ancora alla serata dedicata al racconto dell'esperienza del nostro ryliano, Francesco De Cillis, il quale proprio in quella serata del 9 aprile entrava a far parte ufficialmente del nostro Rotaract.

Ma permettetemi qui uno scatto d'orgoglio per quello che ritengo uno dei principali punti di forza di quest'anno rotariano: il nostro Interact! L'energia che promana da questi ragazzi, la loro voglia di fare, la loro maturità, il loro desiderio di crescere, la loro capacità, ancor così giovani sia per età che per anzianità associativa, di reclutare nuovi amici che già nell'arco di pochi mesi essi hanno cooptato nel sodalizio, li rendono un gruppo davvero speciale. Confesso che quella sera dell'11 novembre, in cui ridavamo vigore a questo gruppo di nostri giovanissimi attraverso ben 15 nuovi ingressi, auspice la Presidente della relativa Commissione Distrettuale, Carla D'Urso, presente qui con noi, nemmeno io stesso immaginavo cosa questi ragazzi sarebbero stati capaci di realizzare in un così breve lasso di tempo. Si dice spesso che anche i più maturi hanno da imparare dai più giovani, in un clima positivo di solidarietà intergenerazionale che fin dalla fondazione ha rappresentato la cifra significativa di questo nostro club: ebbene, i nostri giovanissimi ci hanno realmente insegnato molto, e tutti noi possiamo dirci fieri di loro. Un grazie, dunque, a tutti loro, e un grazie particolare alla loro Presidente, Roberta Valente, che a soli 15 anni ha dimostrato, insieme a tutti gli altri ragazzi, cosa voglia dire sapersi impegnare e credere in un progetto comune. E' questo il nostro futuro.

Non è un caso che con i giovani, sia del Rotaract che dell'Interact, abbiamo voluto condividere in interclub quello che ritengo uno dei momenti più significativi dell'intero anno rotariano, ossia la conversazione sul tema “Come abbiamo scoperto il bosone di Higgs”, tenuta dalla dott.ssa Lucia Silvestris ricercatrice presso il CERN di Ginevra. Quest'ultima rappresenta per me il migliore esempio di quanto il Rotary faccia crescere: conosciuta in occasione della festa della scuola, essendo ella nipote del compianto nostro socio don Salvatore Silvestris, ed avendo la sua famiglia continuato generosamente a finanziare una delle borse di studio destinate agli studenti meritevoli, ho immediatamente percepito lo straordinario spessore umano, prima ancora che professionale, di questa eccellenza della nostra terra, e le ho chiesto di farsi coinvolgere nelle attività di formazione in favore dei giovani, sia all'interno del Rotary che nel mondo della scuola, appello che ella ha immediatamente ed entusiasticamente accolto. Se non ci fosse stato il Rotary, probabilmente non avrei avuto occasione di fare questa così come tante altre bellissime conoscenze.

E ancora con i giovani, quelli del Rotaract, nell'ambito di un progetto che, non a caso, si chiama “Uniti nelle eccellenze”, abbiamo condiviso la valorizzazione di un'altra eccellenza del territorio, l'azienda “Puma Conserve”, i cui titolari ci hanno aperto le porte dello stabilimento permettendoci di comprendere quale straordinario patrimonio serbi questa nostra terra che ancora troppo spesso balza agli onori della cronaca per situazioni poco edificanti.

Eccellenze della nostra terra sono, però, anche quelle rappresentate da chi, con una generosità che non ha bisogno di alcuna sottolineatura, rivolge le proprie energie al sostegno di coloro che realmente stanno peggio di noi: quando la nostra Sonia Storelli, insieme ad Eliana Centrone, Sabino Montenero e Luigi Ceci, sono venuti a parlarci della “loro” Africa, la nostra mente si è aperta a comprendere cosa sia realmente il mondo, e abbiamo potuto coscientemente e coscienziosamente ridimensionare delle problematiche, le nostre, che certo a noi possono, anche a ragion veduta, apparire gigantesche, ma che, di fronte alle difficoltà di chi muore per l'assenza di farmaci che qui sono letteralmente alla portata di tutti, scompaiono in un colpo solo. Di fronte alla loro azione, la nostra partecipazione al service realizzato insieme ai club di Bitonto, Putignano e Bari Alto Casamassima e finalizzato alla realizzazione di servizi igienici per una scuola elementare nel villaggio di Agbotagon in Benin, rappresenta un piccolo contributo, foriero di ulteriori interventi in una terra nella quale, letteralmente, nessuna goccia d'acqua può andare sprecata. 

Ma eccellenza è la nostra terra stessa, che purtroppo ancora non abbiamo imparato a valorizzare adeguatamente: l'avere sotto gli occhi le nostre bellezze dal momento della nascita, e  il conseguente quanto assurdo sottovalutarle noi stessi, unitamente ad una strategia di comunicazione all'esterno che probabilmente ha bisogno di essere ripensata, fa sì che le nostre bellezze paesaggistiche e, soprattutto, storico-artistiche, non siano conosciute come meriterebbero. Il progetto distrettuale “Il Rotary per i Castelli” ha proprio l'obiettivo di valorizzare e far conoscere un territorio tanto vasto quanto differenziato per peculiarità e stili. La terra di Bari è terra di romanico e di castelli federiciani: intorno a questi due veri e propri pilastri della storia dell'arte la giornata del 22 marzo, in interclub con gli amici del Rotary di Trani e sotto la sapiente guida della nostra Margherita Pasquale, ha rappresentato un momento di gioiosa immersione in un patrimonio artistico che, particolarmente quello biscegliese,  non era affatto conosciuto dalle decine di amici qui giunti da ogni parte del distretto, e che questi hanno potuto invece ammirare. Fondamentale, in quella giornata, è risultato l'apporto della nostra Marcella Di Gregorio e del Direttore del Museo Diocesano di Bisceglie, l'avvocato Giacinto La Notte, i quali non solo hanno aperto le porte del Museo, ma si sono fatti ciceroni in quello che si può annoverare tra i più ricchi musei diocesani di Puglia.

Il capitolo legato alla collaborazione con il Museo Diocesano di Bisceglie è uno dei più ricchi dell'intero anno rotariano. Il mio essere un presidente musicista non si è risolto, per una specifica volontà, in un anno rotariano musicale, poiché credo che un presidente, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, debba coordinare, guidare, ma non imporsi, e dunque debba far parlare tutte le anime presenti nel club e nella società; tuttavia ho voluto, d'accordo con gli amici del Consiglio Direttivo, valorizzare pochi ma significativi aspetti dell'arte musicale, attraverso eventi che, almeno nelle intenzioni, non avessero il sapore dell'episodicità, ma che potessero aiutare la musica, arte fin troppo bistrattata da un'Italia oggi assolutamente inconsapevole della propria ancor straordinaria capacità musicale, a permeare il tessuto sociale con un'azione mirata. Quale giornata migliore, dunque, del 22 novembre, dedicata a S. Cecilia, patrona dei musicisti, per inaugurare la mostra “Rota/Fellini: la musica delle immagini” allestita presso il Museo Diocesano? Preziosa la collaborazione del Conservatorio “Piccinni” di Bari, prestatore della mostra; emozioni vivissime quelle suscitate dalle curatrici della mostra, le prof.sse Detty Bozzi e Angela Annese, e dal M° Nicola Scardicchio, allievo di Nino Rota, che ci ha fatto vivere l'entusiasmo di chi si trova a formarsi e ad agire accanto a tali straordinarie umanità. Una mostra rappresenta forse il mezzo che più di altri permette l'apertura al territorio e la condivisione della cultura: è per questo che abbiamo voluto crederci una seconda volta e, in occasione del centenario dell'intervento dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale, abbiamo voluto ripetere l'esperienza e allestire la mostra “Vicini e Lontani dal Fronte”, curata dai nostri Marcella Di Gregorio, Pinuccio D'Andrea e Raffaele Pastore, nonché dall'infaticabile Giacinto La Notte; un'esperienza profonda che ci ha permesso e, fino al 4 novembre, ci permetterà ancora, di vedere quei drammatici fatti non con la distanza, cronologica ed emotiva, che spesso caratterizza chi legge un manuale di storia, bensì sentendoci vicini a quelle famiglie, a quei soldati, a quei 530 ragazzi biscegliesi che da quel maledetto fronte non tornarono più, attraverso la lettura delle loro lettere, dei loro diari, la visione delle loro fotografie, l'osservazione dei loro oggetti, che parlano di umanità lacerate, spezzate, le quali gridavano la vita da ogni poro della propria pelle e che invece furono costrette a un destino di morte. Sono essi stessi che, dalle teche di questa mostra, gridano a tutti con energia e determinazione “BASTA CON LA GUERRA!”.

La costruzione della pace è passata e passa tuttora attraverso l'Europa e l'Unione Europea, che lungi dall'essere un organismo meramente economico, rappresenta quella realtà culturale la quale, a fronte delle numerosissime difficoltà e delle tante storture ed incongruenze ancora esistenti, ha permesso al nostro continente di vivere 70 anni ininterrotti di pace, fatto che mai prima nella storia si era verificato. E se è vero che molto ancora bisogna lavorare affinché si giunga alla realizzazione di un'unità politica, è altrettanto vero che la conoscenza delle lingue comunitarie rappresenta uno strumento fondamentale ai fini della costruzione e del mantenimento delle relazioni tra culture diverse e, dunque, della pace stessa. Ecco donde è derivato il desiderio di riflettere intorno a questo tema insieme al dott. Giuseppe Simone e al nostro concittadino dott. Mimmo Cosmai, Dirigente UE e autore del volume “The language of Europe” che, in una serata caratterizzata da una diretta linea di continuità tra  passato, presente e futuro, abbiamo presentato, ancora presso il Museo Diocesano, in occasione dell'attribuzione del Premio intitolato al prof. Mario Cosmai, padre di Mimmo, e attribuito quest'anno ai ragazzi del Cineclub “Canudo” e al giovane clarinettista Andrea Zecchillo.

E ancora il Museo Diocesano è stato teatro dell'ultimo evento programmato nell'anno, “Musica sulla via Francigena”, organizzato insieme al 5° Festival Europeo “Via Francigena Collective Project”, nel corso del quale ancora una volta abbiamo parlato di scambi culturali legati a un'età, quella medievale, in cui la Puglia più che mai ha rappresentato un importantissimo snodo nelle comunicazioni tra Oriente e Occidente, e in occasione del quale ancora una volta abbiamo valorizzato la musica attraverso la conferenza-concerto tenuta dal dott. Nicola Cicerale che, insieme al gruppo musicale “Follorum”, ci ha profondamente emozionato, portandoci magicamente nel mondo dell'Europa medievale e facendoci  ascoltare i canti, di diversa origine geografica, compresa quella pugliese, che  i pellegrini intonavano mentre a piedi si dirigevano, nel corso di un viaggio lungo e pericoloso, verso la Terrasanta.

Ma il Mediterraneo continua ad essere ponte di collegamento tra Oriente e Occidente e, forse ancora di più, tra Sud e Nord del mondo: il tema dell'immigrazione è quanto mai attuale in un'Europa che a tutt'oggi non riesce ancora a sentirsi unita di fronte alla tragedia di chi è disposto a rischiare la vita pur di abbandonare territori flagellati da povertà, guerra e violenza. Il prof. Paolo Magri, Vicepresidente e Direttore dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, ci ha aiutati a capire la drammatica realtà del califfato dell'ISIS, introducendoci alla comprensione di meccanismi culturali, politici e militari, caratterizzanti l'ambito delle relazioni internazionali, che ci ha permesso di osservare quanto la sottovalutazione di determinati fenomeni possa essere foriera di drammi orrendi, quali quelli vissuti nell'ultimo anno, e da quali orrori fuggano molti di quei migranti che molti Paesi europei si rifiutano poi di accogliere.

La pace, invece, si costruisce con l'acquisizione della consapevolezza per cui è un puro caso nascere in un territorio del mondo piuttosto che in un altro, e che, come scriveva, in una lettera ora esposta nella mostra “Vicini e Lontani dal Fronte”, il soldato biscegliese Giuseppe Pasquale il 13 novembre 1915, 20 giorni prima di morire a soli 23 anni sul fronte della Prima Guerra Mondiale, noi tutti dovremmo sentirci membri di una Patria “che comprendesse tutti i popoli, che avesse per scopo l'affratellamento dell'umanità tutta, che indirizzasse tutta l'umanità verso l'utilità generale ed essenziale dei popoli (...) Non confini, causa di odi, ma una Patria sola per tutto l'umano genere”. E il mezzo migliore per stringere rapporti di amicizia con tutto l'umano genere è il viaggio, che ci permette di conoscere culture diverse, che ci spinge, come sottolineo sempre ai miei studenti, a “relativizzare il nostro pensiero”, a comprendere i punti di vista degli altri, a renderci conto del fatto che esistono modi di pensare e di vivere diversi dai nostri, che tutte le culture vanno rispettate nelle loro differenze e che è possibile che uomini e donne di culture diverse possano convivere pacificamente sulla stessa terra. Il viaggio “Sulle note del Danubio”, organizzato in collaborazione con l'Unitre, con la nostra Laura Pasquale, ma soprattutto con la nostra carissima e generosissima amica Gabriella Rossner, ha avuto molti obiettivi: valorizzare ancora una volta la cifra musicale dell'anno rotariano, seguendo un percorso che ci ha portato sulle orme di Mozart e di Bruckner nonché al cospetto dell'organo di chiesa più grande del mondo, quello della Cattedrale di Passau, ossia di Passavia, a noi legata in virtù dell'intitolazione della chiesa parrocchiale che tutti conosciamo; quello di rinsaldare il legame di amicizia tra di noi, con le associazioni a noi vicine e con gli amici del nostro territorio; quello, infine, di conoscere meglio la cultura germanica, ricchissima da tutti i punti di vista, e di stringere solidi legami di amicizia, che si sono concretizzati particolarmente con gli amici del Rotary Club di Passau Dreiflussesstadt, nonché con gli amici dell'associazione italo-tedesca, uomini e donne tedeschi che amano la cultura italiana, che già conoscevano la nostra Bisceglie e che ancora, neanche un mese fa, erano nuovamente in rappresentanza nella nostra cittadina per respirare l'aria della nostra cultura. Così come significativo è stato l'incontro con gli amici del Rotary Club di Straubing, altra cittadina bavarese, avvenuto lo scorso 28 aprile ancora una volta nella cornice del Frantoio Galantino in occasione del viaggio compiuto da quegli  amici nelle nostre terre.

Anche altre, però, sono state le trasferte del Rotary: fondamentale è stata quella a Roma in occasione del forum “Legalità e cultura dell'etica” organizzato dal distretto 2080; quel 20 marzo, presso il Comando Generale della Guardia di Finanza, venivano premiati due nostri giovani, Cristiana Uva e Francesco Sinigaglia, risultati vincitori del concorso per studenti sul tema “Luce sui tempi della giustizia italiana”, guidati e accompagnati dalle nostre Tatiana Dell'Olio, da pochissimo entrata nel nostro sodalizio e immediatamente messasi all'opera con perfetto spirito rotariano, e Luciana Ferrante, da sempre in prima linea nell'organizzazione di questo progetto e nell'educazione dei giovani alla legalità. La stessa Luciana e Marcella Di Gregorio rappresentavano il club in occasione della serata “Effetto Puglia: Terra di cultura millenaria. Incontro con le eccellenze pugliesi”, tenutasi anch'essa a Roma il 21 novembre scorso e anch'essa dovuta, come il premio “Legalità”, alla caparbietà a alla volontà di Patrizia Cardone, socia del club di Roma Est ma sempre orgogliosa di affermare la sua origine biscegliese.

La cultura della legalità è stata al centro anche dell'evento organizzato insieme agli altri due club del nostro raggruppamento, quelli di Molfetta e di Corato, e al nostro assistente del Governatore, il dott. Paolo De Gennaro: la conversazione con il generale dei Carabinieri Paolo La Forgia, avente per oggetto “Ramificazioni della criminalità organizzata in Italia e in Europa”, oltre ad aprire uno spaccato sulle varie organizzazioni criminali che purtroppo infestano il nostro Paese e sui loro diversi modi operandi, ci ha indotto a riflettere sul concetto secondo il quale l'illegalità poggia le proprie basi sul piccolo malaffare, sull'illecito di dimensioni apparentemente infinitesime, sul piccolo favore fatto all'amico inadempiente, sulle offese fatte alla meritocrazia, tutti elementi di malcostume capillarmente diffusi tra la gente che, anche in buona fede, si ritiene ed è ritenuta onesta, e dunque ci ha invitato a considerare la possibilità per cui, in fondo, siamo tutti un po' mafiosi, considerazione fatta non con lo spirito di chi distrugge moralmente tutto ciò che ci sta intorno, bensì con la precisa intenzione di renderci consapevoli di mali dei quali, probabilmente, non ci rendiamo nemmeno conto.

Nell'ottica di una indagine sulla nostra storia e sul nostro passato, l'intervento della scrittrice Bianca Tragni e le sue riflessioni sul meridionalismo e sull'antifascismo di Tommaso Fiore ci hanno permesso di meditare su un personaggio che, a buon diritto, ancora oggi può insegnare molto in merito all'affermazione del principio di legalità. Mentre l'incontro con Luigi Todisco, autore della raccolta poetica “Sera” che abbiamo presentato in interclub con il Circolo Unione, se da un lato ci ha introdotti in una dimensione quasi onirica fatta di ricordi e di percorsi interiori, dall'altro ci ha spinti a riflettere su tematiche quanto mai attuali quali la vera “buona scuola” e le opportunità da essa offerte ai giovani.

In tutto questo, abbiamo continuato a dare voce alla tradizione: alla nostra tradizione, quella che fin dalla fondazione ci vede attribuire annualmente un Premio Professionalità (assegnato quest'anno, alla presenza del Governatore Emerito Vito Casarano, al Magistrato Giovanni Garofoli, agli Specialisti in restauro della pietra Luc Tamborero e Claire Piffaut, e, per la sezione Giovani Emergenti, al fisico Nicola Amoroso), in simbiosi sia con la nostra natura, la quale valorizza le migliori professionalità che vengono messe al servizio della società, sia con il territorio, al quale un buon Rotary deve sempre essere legato. E, nel contempo, abbiamo riflettuto sul nostro modo di essere rotariani, sia nel nostro piccolo, meditando, insieme ai nostri Pinuccio D'Andrea e Beppe Di Liddo, sulla nostra non lunga ma ormai non più neanche brevissima storia nonché sulle nostre prospettive di sviluppo, sia con l'aiuto del nostro Governatore, Luigi Palombella, che è venuto a trovarci in visita ufficiale il 15 gennaio e che abbiamo re-incontrato, insieme a molti altri club, la sera del 30 marzo.

E poiché l'essere amici si riconosce anche nello stare gioiosamente insieme, è stato bello vivere momenti allegri e spensierati nel corso delle feste che sono state organizzate, spesso in collaborazione con gli amici delle altre associazioni e con finalità di servizio: e se in luglio abbiamo festeggiato la “mezza estate” sul lido Salsello insieme agli amici del Circolo Unione, in agosto abbiamo salutato la bella stagione sulla terrazza di Salsello con gli amici dei club di Corato e Molfetta, il nostro Governatore e il suo assistente; e dopo la già ricordata festa degli auguri, organizzata con la Fidapa, nel corso della quale abbiamo avuto modo di ascoltare lo stupendo coro “Modus Novus” di Corato, abbiamo tutti insieme vissuto la notte di Capodanno in un'atmosfera di spensieratezza ed allegria, per arrivare alla notte di San Valentino e alla festa in maschera che in quell'occasione abbiamo vissuto nella meravigliosa cornice del Castello di Trani in interclub con gli amici del nostro raggruppamento e di quello viciniore insieme all'Ant di Bisceglie e all'Amopuglia di Trani.

Giunti, dunque, alla conclusione di questo percorso, alla ricerca di quello che può essere il senso del Rotary oggi, mi sento di affermare che, al di là degli specifici obiettivi raggiunti o non raggiunti, il nostro club ce l'ha messa tutta, per farsi promotore di pace, di legalità, di amicizia, di cultura, che abbiamo cercato, tutti noi 48 soci, di essere ambasciatori di solidarietà nel territorio e nel mondo, che ci siamo sforzati di contribuire alla “costruzione del bene comune”, così come ha recitato il motto del nostro Governatore Luigi Palombella, per contribuire a fare del mondo un mondo migliore.

E alla conclusione di questa veloce panoramica su un anno costellato da tante  esperienze di vita che mi hanno fatto crescere come rotariano e come individuo, nonchè prima di procedere ai ringraziamenti finali che devo a quei tanti che mi sono stati vicini con l'entusiasmo di chi vuol fare e con l'affetto di chi vuol bene, consentitemi di evidenziare due di quelli che sono certo saremo tutti d'accordo nel ritenere punti di forza dell'anno rotariano che stiamo concludendo: il nostro interact, di cui abbiamo già parlato, ma che mi piace qui ancora una volta evidenziare per la grande carica di energia, gioia e vitalità portata nella nostra grande famiglia; i nostri 4 nuovi soci, 4 persone fattive, positive, energiche, disponibili al servizio, ma che soprattutto possiedono due grandi doti le quali le rendono preziose nel Rotary e nel mondo: la capacità di stringere amicizie vere, disinteressate, costruite sull'affetto che scaturisce dalla naturale empatia di anime che viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda; e l'umiltà, quella dote che unica fa essere grande chi grande veramente è: Antonio, che a solo un anno dalla sua cooptazione già assume il delicato e difficile ruolo di segretario; Sonia, rotariana nell'anima già molto prima di entrare nella nostra famiglia, ma che, consentitemi, sono felice ed orgoglioso di aver portato qui con noi a condividere ogni momento, ogni impegno ed ogni gioia del nostro essere amici rotariani; Nico, uomo generoso ed altruista prima ancora che grande professionista, per il quale la professione medica non è un lavoro, ma è una natura di bontà e umanità che si fa lavoro con la naturalezza di chi spontaneamente, così, esprime se stesso; Tatiana, amica di una vita, donna dai grandi entusiasmi, dall'azione immediata, dalla disponibilità di pochi, che appena cooptata nel club si è immediatamente messa al lavoro con abnegazione contribuendo in pochissimo tempo ai successi del nostro club e dei nostri ragazzi in quel di Roma. Loro 4, insieme a Gigi Papagni, trasferitosi da pochissimo presso di noi, rappresentano le nostre nuove forze, il nostro investimento, il nostro futuro, e sono fiero e orgoglioso di lasciare questa preziosa eredità al nostro club.

Tra poco, i ringraziamenti. Ma prima, un altro momento gioioso, uno sguardo spensierato, un ricordo sorridente, che la cara Marcella ci dona affinché rimangano impressi nella nostra mente i momenti più belli che insieme abbiamo vissuto.

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Ed ora i ringraziamenti. Il primo va a chi con pazienza e con molto amore mi ha seguito e accompagnato in ogni attimo di questo impegnativo percorso: la mia famiglia; mai, in nessun momento, mi sono sentito solo, sempre abbracciato dalla presenza silenziosa ma pregnante dei miei genitori, mie costanti guide in un percorso di crescita che, per tutti noi, non finisce mai. Un grazie va all'intero mio club, presente, disponibile, gioioso, solidale, un gruppo di amici solido e compatto, una grande famiglia raccolta intorno a obiettivi comuni e a valori condivisi da tutti, indistintamente. Un ringraziamento, in particolare, va a tutto il mio Consiglio Direttivo, invero volutamente convocato poche volte nella piena convinzione che le decisioni vadano prese da tutti i soci nelle riunioni che noi chiamiamo di “informazione rotariana”, ma sempre pronto a rispondere all'appello del Presidente.

E tuttavia consentitemi, a questo punto, anche qualche ringraziamento particolare.

Al Sindaco, avv. Francesco Spina, e al vicesindaco, avv. Vittorio Fata, sempre presenti ad ognuna delle nostre manifestazioni, con lo spirito di chi, in veste istituzionale, ci ha fatto l'onore di rappresentare la città, ma anche con la vicinanza di chi ha tenuto a farci sentire la partecipazione emotiva in ciascuno degli eventi che ci siamo sforzati di realizzare.

Ad Alberto, e a tutti coloro che lavorano in questa splendida struttura di Salsello, dei quali ho potuto toccare con mano, oltre alla straordinaria professionalità, la squisita cortesia e la concreta disponibilità.

A Fabrizio Di Terlizzi, Presidente del Rotaract, la collaborazione con il quale è stata proficua, oltre che divertente, nel suo concretizzarsi in riunioni informali che già di per sé, al di là dei risultati conseguiti insieme, hanno rappresentato per me un importante motivo di crescita, oltre che di benessere.

A Roberta Valente, Presidente dell'Interact, la quale mi ha insegnato che a 15 anni, quando ancora si ha tutto da imparare, si può avere una carica di energia tale da superare le barriere dell'inesperienza per realizzare prodotti nei quali forse nemmeno io stesso avrei sperato.

Al mio Governatore, Luigi Palombella, del quale ho sempre percepito l'affetto, oltre alla considerazione, e al quale mi sono sempre rivolto in ogni momento di difficoltà, trovando sempre la porta aperta alla massima disponibilità.

Al mio Assistente del Governatore, Paolo De Gennaro, in cui ho trovato un amico sempre pronto a darmi una carica di stima e di fiducia senza pari.

A Emilio Poli e a Peppino Loiodice, miei colleghi Presidenti dei club di Molfetta e Corato, con i quali ho condiviso gioie ed entusiasmi, e nei quali ho trovato due nuovi e preziosi amici.

A Lino Pignataro, nuovo Prefetto Distrettuale, già Assistente del Governatore dei club metropolitani, ma soprattutto amico del nostro club, del quale ho costantemente percepito la vicinanza umana ed emotiva, nonché il tifo di chi tiene particolarmente alla vittoria della squadra.

Ad Antonella Lafranceschina, amica fin dai tempi dell'adolescenza, che mi è stata vicina tutto l'anno con la sua innata positività e con la sua voglia di fare, protagonista, tra l'altro, sia della serata legata al Premio Professionalità, sia dell'organizzazione del nostro simpaticissimo Capodanno rotariano.

A Maurizio Simone, che ha curato i rapporti con il Rotaract e che si è sempre mostrato collaborativo, accettando entusiasticamente di farsi parte attiva ogniqualvolta gli è stato richiesto.

A Peppino Cortese, che ha curato i rapporti con la Rotary Foundation e che è stato fondamentale nella stesura del progetto Pro Pegaso.

A Raffaele Pastore, che ha contribuito in modo significativo alla realizzazione della mostra sulla Prima Guerra Mondiale.

A Mauro Pedone, figura solare e sorridente, capace di infondere buon umore con la sua semplice presenza, il quale, tra gli altri suoi impegni rotariani, si è messo ampiamente a disposizione in relazione alla realizzazione del service pro Madonna di Passavia.

A Beppe Di Liddo, costante riferimento, che, tra l'altro, ha messo a disposizione la sua professionalità sia interessandosi direttamente delle relazioni con la ditta fornitrice delle apparecchiature acquistate per il service pro Pegaso, sia manifestando la propria disponibilità a formare i ragazzi ospiti della casa-famiglia in vista dell'utilizzo di tale strumentazione.

A Pinuccio D'Andrea, anch'egli anima della mostra “Vicini e Lontani dal Fronte”, la cui paterna figura mi ha sempre infuso un senso di sicurezza e di grande stabilità.

A Mino Dell'Orco, la cui costante e impeccabile presenza ha garantito quel senso di sostegno e di continuità necessario a chiunque voglia sentirsi parte di una storia ricca di passato, presente e futuro.

A Giuliano Porcelli che, nella stessa ottica, ha rappresentato per me un costante punto di riferimento, del quale ancora una volta ho potuto apprezzare la proverbiale disponibilità e generosità, e la preziosità della cui amicizia supera i limiti del comune nella straordinarietà della sua grande semplicità.

A Mino Storelli, che oltre ad essere un impeccabile e precisissimo tesoriere, ha risposto sempre con sollecitudine, con cortesia, ma soprattutto con paterno affetto, ad ogni richiesta di collaborazione.

A Bruno Logoluso, che proposi come mio Vicepresidente sì in virtù della sua straordinaria esperienza rotariana, ma soprattutto in quanto persona a me molto vicina, che mi ha letteralmente visto nascere, sia anagraficamente che culturalmente e professionalmente, e i cui preziosi consigli, legati al modo di gestire le relazioni, alle parole più opportune da utilizzare, al comportamento più adeguato da tenere, in una parola alla mia crescita nel Rotary e fuori, mi hanno permesso di vivere questa esperienza senza nessun tipo di ansia, sapendo di avere al mio fianco chi, di fronte ad ogni problema, mi avrebbe aiutato a trovare una soluzione.

A Massimo, segretario impeccabile e fratello impareggiabile, che non mi ha mai lasciato la mano, che non mi ha mai lasciato solo, che è stato il mio costante punto di riferimento, che ha fatto sempre tutto molto prima che avessi bisogno di chiederglielo, prezioso consigliere sia nella gestione delle relazioni interpersonali che nell'organizzazione degli eventi, presenza capace di infondermi sicurezza ad ogni passo e forza nell'azione.

Grazie a tutti.

                                                                                                             Gianni

Bisceglie, 4 luglio 2015